giovedì 28 giugno 2007

Seduta su di una panchina fuori dall'aereoporto mi sono messa ad osservare tutte le persone presenti. Chi arriva chi parte, italiani stranieri ognuno veste a modo suo, ognuno per il viaggio veste con un proprio abbigliamento, c'è la ragazzina in jeans e maglietta firmata, chi pantaloni larghi e ciabatte, chi la felpa, valige grandi, piccole, chi con il bagaglio a mano chi sembra che abbia svaligiato un negozio dalle tante valigie, rigide, di tela, colorate, tinta unita, ma ecco che vedo sbucare una classica signora inglese, diciamolo poteva esser la Regina d'Inghilterra, cappello con retina e fiore, giacca verde vestito nero e dei sandali che potevano essere dei canotti neri. Decisamente il gusto inglese si riconosce è inconfondibile. Passano le hostess alcune carine altre un po' meno saranno arrivate o saranno in partenza? Ecco che arriva una fiumana di gente si è atterrato un aereo, il fischio del treno annuncia che sta per partire la pensilina si svuota, ma in pochi attimi ecco che arrivano nuovi passeggieri pronti a salire. L'areoporto è un via vai di gente, quanta vita passa su quel pavimento. Ognuno con la propria storia, chi con il giornale, chi aspetta il rientro di un parente, fidanzata/o, chi è abituato a volare, chi a trent'anni è la prima volta che vola, chi come me l'ultima volta che è stata all'aereoporto ha salutato il suo amore ed è uscita piangendo.

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