mercoledì 2 maggio 2007

A proprosito del 1° Maggio, vorrei pubblicare questa lettera della segreteria regionale Toscana dell'UGL, in merito ad un dipendente che si è trovato da un giorno all'altro investito di una nuova mansione e nuova qualifica (chiaro, non a vantaggio del dipendente), il quale ha fatto causa ed ha vinto, vorrebbe essere un monito per tutte quelle persone che quotidianamente lottano, per sopravvivere nel mondo lavoro precari e non. Teniamo duro non possiamo permettere che ci schiaccino.

"C'era una volta, tanto tempo fa, in quei di Lucca una dirigenza delle Poste Italiane tanto arrogante e tanto presuntuosa da rasentare l'insolenza. Era talmente tracotante tale dirigenza che per lei non esistevano più le qualifiche di lavoro, ingnorate le mansioni nello stile dei più minaccioso e sinistro assolutismo. Grazie a Dio, che c'è la giustizia a rimettere le cose a posto e a dimostrare quanto siano insulse e melense le disposizioni impartitte per danneggiare i lavoratori, perchè in effetti di questo di tratta, "recare danno ai lavoratori" e la scusa in campo "per esigenze di servizio".

Le persone non contano, gli uomini e le donne dipendenti di tale struttura non sono più tali, ma "cose" che il Direttore dispone a suo piacimento. Grazie alla giustizia, che ha ridato un senso al lavoro, riconoscendo le legittimità di quanto reclamato dei dipendenti e ha condannato le poste a reintegrare nella giusta qualifica i dipendenti penalizzati.

Per finire chi paga per queste predilezioni che il giudice ha condannato? Lo sappiamo "cane non mangia cane" dice il proverbio; ma se chi sbaglia non paga mai, si da' a tutti la licenza di sbagliare e ai dipendenti "l'obbligo" di pagare le castronerie dirigenziali.

Fino a che la Magistratura non metterà davvero le mani sul digraziato pianeta Poste, ogni abuso e ogni sopruso, troverà nell'azienda asilo sicuro."

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