giovedì 30 novembre 2006

In questi giorni ho la luna storta... pace passerà.
Non sopporto l'incoerenza, chi fa promesse e non le mantiene.
A parte ciò vorrei soffermarmi su una cosa, che a me sta a cuore. Le coppie di fatto (io sono della categoria per l'appunto, a volte non so se crederci) e vorrei difendere questa nuova realtà.
Proprio due giorni fa alla tv ho sentito dire che chi non si sposa in Chiesa sente meno l'impegno di stare insieme ad una persona, quindi ci si separa di più. Non facendo il corso prematrimoniale non si imparano i diritti e doveri e non si va preparati al passo del vivere insieme per sempre.
Siccome vanno di moda i sondaggi anch'io voglio fare il mio:
  • quante coppie divorsiate conosci? io almeno una decina
  • si sono sposate con rito religioso o solo quello civile? tutte quante sposate in chiesa
Quindi il mio sondaggio si contrappone a quello visto in tv, ma dico io, come si può! dove sta la verità?Qui si aprirebbe una bella discussione sull'informazione libera (in ogni senso) senza vizi.
Quando si parla di matrimonio si sottointende con rito religioso, già questo è un errore, in quanto è una parola derivante dal diritto civile, infatti è un contratto. (non voglio dilungarmi su questo).
Cmq il matrimonio è un unione a prescindere dalla religione, se poi una persona è religiosa e credente allora assume anche un valore religioso (seguendo però i dettami della Chiesa) ma non è più importante di quello laico, in quanto l'unione a prescindere dovrebbe basarsi sul rispetto reciproco, essere forti e coerenti nelle tentazioni, condivisione di un progetto comune, condivisione di periodi belli ma anche brutti, condivisione di tutti quegli "oneri" della convivenza (pagare l'affitto, tenere in ordine la casa, fare la spesa, pagare tutte le spese, tasse ecc.) , comprensione per i difetti e limiti dell'altro, condivisione reciproca delle proprie aspirazioni, progetti, gusti, hobby, rispetto della propria individualità, decidere insieme su scelte da fare, scegliere insieme se avere figli o no, quale sarà la loro educazione, insomma tutto quello che può essere buon senso e fare tutto quello che "fa un buon padre di famiglia" (sempre dal codice civile) essere sinceri saper anche fermarsi, dire di aver sbagliato, bisogna cercare di capire e mettersi in prima persona.
Credo che se una persona segua tutto questo lo faccia per amore in primo luogo e poi perchè ha dei valori in cui crede, a prescindere dalla religione!
Se una coppia di fatto segue tutto ciò come una coppia sposata in chiesa cosa cambia?
Le regole ci vogliono, siamo in un paese democratico (?) , civile, con libertà di culto, pensiero (?).
Io ho ben chiaro quello che voglio e non mi sento leggittimata perchè non ho firmato un foglio a fare ciò che mi pare, a tradire ne tanto meno a dire quello che è mio è mio, quello che è tuo è tuo.
Sento la responsabilità di un unione, per rispetto verso me stessa e verso l'altra persona (sono già 6 anni che stiamo insieme) e ci comportiamo come si comporta una coppia sposata.
L'impegno prima di tutto nasce dentro di noi non per un foglio di carta, anzi se ti fermi a tradire per un pezzo di carta cmq non sei coerente con te, non avresti dovuto tradire per i tuoi principi di rispetto verso l'altra persona, ecc.
Sono orgogliosa di far parte della categoria delle coppie di fatto e riguardo ai sondaggi chiedete alle coppie di fatto come vivono, gli sposati avranno tanto da imparare.... perchè in fin dei conti noi abbiamo capito il vero senso dell'unione!
Conosco diverse coppie di fatto che funzionano meglio che dei matrimoni, perchè non facciamo questo confronto?!
Forse le prediche che vengono fatte se ci facciamo caso sono fatte da persone a volte frustrate dal loro matrimonio, ci sono persone che hanno paura del diverso, infatti la coppia di fatto va contro i canoni e questo crea destabilizzazione, il punto da cui partire credo che sia questo.!
Che ne dite?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Uhm... non sono COMPLETAMENTE d'accordo con te.
Prima di tutto è vero: un matrimonio è un insieme di doveri che due persone si 'accollano' all'atto della firma del contratto. Un matrimonio poi custodisce giuridicamente entrambi i parthner ed eventuali figli. E quest'ultima affermazione fa parte anche di una serie di bellissimi diritti che si acquistano dal matrimonio.
Le "coppie di fatto", invece, sono una 'forzatura' giuridica, per dare un peso anche a quelle persone che, di fatto, non sono sposate.
Dalla mia ottica è come la differenza frà un contratto di lavoro a tempo indeterminato, e un co.co.pro. che va tanto di moda. Quindi, perché dare peso giuridico ad una coppia che, come abbiamo visto, non vuole... 'firmare' un contratto giuridico?
Dall'altro punto di vista, concordo sul fatto che l'unione trà due persone, prima di tutto, deve nascere dal di dentro, e su questo non ci piove, sposati giuridicamente, cristianamente, o no.
Spero che questo 'papiello' si capisca ^__^

Atipica ha detto...

Amore, responsabilità, rispetto reciproco non c'entrano niente con l'aspetto formale che l'unione assume. E non ci sono corsi prematrimoniali che possano insegnarli. Oltra al fatto che, se in età da matrimonio non lo sai ancora, sei un inguaribile cretino. Ci sono coppie di fatto, etero e gay, che si amano, sono serene e sanno comunicare serenità. E ci sono famiglie tradizionali in cui non si respira (avete mai visto "parenti serpenti?"). Ma siamo in Italia, e in Italia c'è la Chiesa. E quindi dobbiamo discutere di questioni ridicole. All'interno di una coppia le responsabilità sono soprattutto morali e vanno rispettate indipendentemente dal fatto che la legge ce l'imponga. Sposarsi oppure no è una scelta che riguarda solo la coppia.
Mmmmm non so se mi spiego bene, perchè questo discorso mi fa incazzare come quello sulle staminali, l'aborto e il divorzio. E quando sono incazzata voglio sempre dire troppe cose e faccio confusione. Chiedo venia ;-)